Il tavolo Leonardo e la lampada Linea nel cuore di Brera e dell’Italia del Mobile
“Intenzionalmente abbiamo voluto dare volume all’aria. Una persona che si muove all’interno dell’installazione per arrivare agli oggetti, deve farsi spazio sfiorando i tubicini in plastica pendenti dal soffitto. Gli articoli d’arredamento di queste installazioni, sono stati scelti per la capacità di comunicare al cliente delle emozioni positive e di rilasciare benessere. Sono inoltre prodotti salubri privi di formaldeide, nati da scelte consapevoli” spiega Sylva Gortana, designer udinese che insieme a Barbara Candoni ha creato l’istallazione “White Ben-Essere” nella navata centrale della sconsacrata chiesa di San Carpoforo, durante la settimana del 56esimo Salone del Mobile, ben descritto nei termini “innovazione, tecnologia e ricerca” e dai quasi 350.000 spettatori presenti.
L’azienda emiliana Oikos, progettante ecosoluzioni cromomateriche, ha promosso nell’ambito del Fuorisalone il progetto “White in the city”, curato da Giulio Cappellini, ovvero un percorso che dipingeva Brera di duecento tonalità di bianco, partendo dalla Pinacoteca e dall’Accademia e dislocandosi per le strade di culto del quartiere del design per antonomasia, movimentate dalla movida serale, per arrivare ai luoghi più o meno sacri come Palazzo Cusani e appunto San Carpoforo; il bianco racchiude lo spettro di tutti i colori, simboleggia la purezza, genera armonia e benessere ed è stato il protagonista della settimana del Fuorisalone.
L’installazione vincitrice del contest “Vota la migliore installazione White in the City”, concorrente con quelle di architetti di fama mondiale come Stefano Boeri, David Chipperfield, Zaha Hadid, Studio Libeskind, Studio Marco Piva e molti altri, posta nella parte centrale della navata, dall’ingresso all’abside, creata grazie ad una volta a botte figurante un puro soffio d’aria vibrante come un respiro; è stata divisa in due parti, in cui sono state sistemate le quattro superfici tematiche ricreanti gli spazi abitativi denominati “viviamo, lavoriamo, giochiamo e soggiorniamo”, delimitati da arredi, tessuti e complementi.
Coinvolte numerose aziende friulane, la HMID, invitata dall’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale, di cui Barbara e Sylva fanno parte, come fanno parte di DAS 16.8; la HMID ha contributo alla sezione “lavorare” con due linee di prodotti, il tavolo Leonardo e la lampada Linea, ricreando uno spazio lavorativo improntato alla vivibilità e al benessere, dove, grazie ai cilindri trasparenti pendenti dal soffitto, si è voluto dare peso specifico, riscontrabile e palpabile, ai volumi d’aria, per ricordare la necessità del respirare e del vivere bene, temi sentiti nella produzione dell’HMID.
Leonardo, in faggio massello, suggerisce levità grazie alle due gambe in vetro temperato, mentre la lampada sospesa Linea, dal pendente in noce canaletto massello o rovere, a scelta, e uno strip led a bassa tensione che permette la rinuncia ad antiestetici cavi elettrici, oltre ad un’illuminazione radente.
Orgogliosi d’essere stati attori protagonisti di questa prestigiosa vetrina, confrontandoci con il mondo vastissimo, variegato e complesso del design italiano, e non solo, dopo questo riscontro pubblico, premiato, siamo usciti rafforzati nella convinzione di potervi recitare un ruolo peculiare, nel rispetto principe della nostra vocazione e grazie ad un lavoro consapevole nel tempo.
Orgogliosi, da start up quale siamo, di aver contribuito grazie alla matericità di Leonardo e alla leggerezza di Linea, nell’aver offerto un’onirica esperienza, unica dal punto di vista sensoriale, in una passeggiata sperimentale in cui i valori aziendali quali la sostenibilità, la salubrità e l’equilibrio, sono diventati parte attiva di una vera e propria opera d’arte.
Orgogliosi, nella Milano di Brera, di essere italiani, Handmade Italian Design.
Aprile 2017- HMID al Fuorisalone
Il tavolo Leonardo e la lampada Linea nel cuore di Brera e dell’Italia del Mobile
“Intenzionalmente abbiamo voluto dare volume all’aria. Una persona che si muove all’interno dell’installazione per arrivare agli oggetti, deve farsi spazio sfiorando i tubicini in plastica pendenti dal soffitto. Gli articoli d’arredamento di queste installazioni, sono stati scelti per la capacità di comunicare al cliente delle emozioni positive e di rilasciare benessere. Sono inoltre prodotti salubri privi di formaldeide, nati da scelte consapevoli” spiega Sylva Gortana, designer udinese che insieme a Barbara Candoni ha creato l’istallazione “White Ben-Essere” nella navata centrale della sconsacrata chiesa di San Carpoforo, durante la settimana del 56esimo Salone del Mobile, ben descritto nei termini “innovazione, tecnologia e ricerca” e dai quasi 350.000 spettatori presenti.
L’azienda emiliana Oikos, progettante ecosoluzioni cromomateriche, ha promosso nell’ambito del Fuorisalone il progetto “White in the city”, curato da Giulio Cappellini, ovvero un percorso che dipingeva Brera di duecento tonalità di bianco, partendo dalla Pinacoteca e dall’Accademia e dislocandosi per le strade di culto del quartiere del design per antonomasia, movimentate dalla movida serale, per arrivare ai luoghi più o meno sacri come Palazzo Cusani e appunto San Carpoforo; il bianco racchiude lo spettro di tutti i colori, simboleggia la purezza, genera armonia e benessere ed è stato il protagonista della settimana del Fuorisalone.
L’installazione vincitrice del contest “Vota la migliore installazione White in the City”, concorrente con quelle di architetti di fama mondiale come Stefano Boeri, David Chipperfield, Zaha Hadid, Studio Libeskind, Studio Marco Piva e molti altri, posta nella parte centrale della navata, dall’ingresso all’abside, creata grazie ad una volta a botte figurante un puro soffio d’aria vibrante come un respiro; è stata divisa in due parti, in cui sono state sistemate le quattro superfici tematiche ricreanti gli spazi abitativi denominati “viviamo, lavoriamo, giochiamo e soggiorniamo”, delimitati da arredi, tessuti e complementi.
Coinvolte numerose aziende friulane, la HMID, invitata dall’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale, di cui Barbara e Sylva fanno parte, come fanno parte di DAS 16.8; la HMID ha contributo alla sezione “lavorare” con due linee di prodotti, il tavolo Leonardo e la lampada Linea, ricreando uno spazio lavorativo improntato alla vivibilità e al benessere, dove, grazie ai cilindri trasparenti pendenti dal soffitto, si è voluto dare peso specifico, riscontrabile e palpabile, ai volumi d’aria, per ricordare la necessità del respirare e del vivere bene, temi sentiti nella produzione dell’HMID.
Leonardo, in faggio massello, suggerisce levità grazie alle due gambe in vetro temperato, mentre la lampada sospesa Linea, dal pendente in noce canaletto massello o rovere, a scelta, e uno strip led a bassa tensione che permette la rinuncia ad antiestetici cavi elettrici, oltre ad un’illuminazione radente.
Orgogliosi d’essere stati attori protagonisti di questa prestigiosa vetrina, confrontandoci con il mondo vastissimo, variegato e complesso del design italiano, e non solo, dopo questo riscontro pubblico, premiato, siamo usciti rafforzati nella convinzione di potervi recitare un ruolo peculiare, nel rispetto principe della nostra vocazione e grazie ad un lavoro consapevole nel tempo.
Orgogliosi, da start up quale siamo, di aver contribuito grazie alla matericità di Leonardo e alla leggerezza di Linea, nell’aver offerto un’onirica esperienza, unica dal punto di vista sensoriale, in una passeggiata sperimentale in cui i valori aziendali quali la sostenibilità, la salubrità e l’equilibrio, sono diventati parte attiva di una vera e propria opera d’arte.
Orgogliosi, nella Milano di Brera, di essere italiani, Handmade Italian Design.
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